Cibo da donare ai poveri? Sì all’olio di oliva, no alla frutta fresca: ecco perchè

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Banco alimentare recupera cibo che non è più commerciabile e lo distribuisce alle strutture caritative. Ecco quali alimenti ha più senso donare e perché

La «banca del cibo»
Banco Alimentare assiste 7.569 strutture caritative in tutta Italia che aiutano a loro volta oltre 1.500.000 persone povere. È nato nel 1989, sull’esempio del Banco dos Alimentos di Barcellona: un gruppo di amici decide di replicare l’idea di una «banca del cibo» anche in Italia. Così, il 30 marzo nasce la Fondazione Banco Alimentare, che promuove il recupero delle eccedenze alimentari dai supermercati e dalla grande distribuzione, dal settore della ristorazione e dai mercati dell’ortofrutta e si occupa della redistribuzione alle strutture caritative. Inoltre, organizza la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare e altre collette alimentari in azienda. Banco alimentare recupera cibo che non è più commerciabile per diverse ragioni: vicinanza alla data di scadenza, difetti di confezionamento, etichettatura e stagionalità (i gelati in inverno, il panettone in estate). Ecco quali alimenti mancano di più e quindi ha più senso donare, anche in vista della Giornata della Colletta Alimentare che quest’anno sarà il 30 novembre.

Olio di oliva
L’olio (92% di richieste dalle strutture) e un alimento che viene recuperato difficilmente perché la scadenza è lunga.

Tonno e carne in scatola
Tonno e carne in scatola (88%), alimenti preziosi dal punto di vista nutrizionale, ma anche questo è difficile che diventi eccedenza

Alimenti a lunga conservazione
Latte a lunga conservazione (85%), pasta e riso (82%), conserve di pomodoro (58%), legumi (52%) e biscotti (48%)sono molto richiesti perché si mantengono nel tempo.

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