Spinto dal desiderio di benessere, da un corretto stile di vita e da un’adeguata alimentazione, il consumatore va alla ricerca di alimenti sempre più “prodigiosi”, spesso incappando in effimere campagne pubblicitarie che vedono protagonisti i “superfood”, alimenti ritenuti capaci di prevenire ogni tipo di patologia.
Molti alimenti vengono etichettati come tali dai produttori favorendo vendite per oltre 1,4 miliardi di euro, rispetto all’intero comparto alimentare.
A beneficiare di tanta attenzione sono le materie prime ed anche gli alimenti lavorati comprensivi di tali materie.
Il consumatore italiano sembra molto ricettivo alle novità in termini di superfood infatti non di rado da origine all’introduzione temporanea di nuovi ingredienti nella propria alimentazione dando vita a vere e proprie tendenze.
Il termine “superfood”, derivante da strategie di marketing, viene indicato per descrivere cibi dalle notevoli capacità benefiche. In realtà è complesso dimostrare se il loro consumo apporti un reale vantaggio alla salute.
SUPERFOOD: COSA SONO
Il temine superfood, introdotto per la prima volta in Canada nel 1949, è stato protagonista di una grande espansione. Spesso, tali cibi vengono indicati anche come alimenti funzionali o nutraceutici.
Con il termine di alimenti funzionali, coniato in Giappone nel 1980, si intendono gli alimenti nei quali si è dimostrata un’influenza benefica su una o più funzioni del corpo tanto da risultare rilevante per uno stato di salute o per la riduzione del rischio di una malattia.
Con il termine di nutraceutici, termine nato dalla fusione di nutrizione e farmaceutici, si indicano i principi attivi di alimenti che hanno effetti positivi per la salute, prendendo atto del fatto che “ci si può curare mangiando”.
Questi termini tecnici, che prevedono il loro utilizzo in seguito al rispetto di condizioni stringenti, sono stati sostituiti dall’espressione superfood, creata per soddisfare le esigenze di mercato e far maggior presa sui consumatori.
SUPERFOOD: QUALI SONO
Si tratta prevalentemente di alimenti di origine vegetale, non processati, ricchi di nutrienti e vitamine, come frutta, verdura, alghe e semi. A volte commercializzati in polvere o compresse.
In seguito ai benefici tanto decantati, la lista di questi alimenti accresce includendo cibi sempre più rari e costosi. Oltre agli alimenti tradizionali, sono molto presenti quelli esotici.
Si possono annoverare:
- Fagioli, ricchi di fibre e proteine;
- Broccoli, contenenti antiossidanti, ferro, vitamina C e vitamina K;
- Mirtilli, ricchi di antiossidanti, come le antocianine;
- Cacao, comprendente composti bioattivi dall’azione antiossidante e antinfiammatoria;
- Avocado, ricco di calcio, potassio e acidi grassi polinsaturi;
- Quinoa, alimento ipocalorico privo di glutine;
- Melagrana, contenente vitamina A e vitamina C;
- Bacche di Goji, originarie del Tibet, ricche di sali minerali, come silicio, germanio, magnesio e potassio;
- Bacche di açai, frutto tipico dell’Amazzonia, dalle spiccate proprietà antiossidanti;
- Alga spirulina, diffusa nelle acque salmastre delle zone tropicali e subtropicali, ad elevato contenuto proteico (compreso tra il 55% e il 65%);
- Matcha, tè verde coltivato in Giappone, noto anche come “l’elisir dei monaci buddisti”, contiene catechine ad azione anticancerogena;
- Semi di chia, ricchi di calcio, vitamina C e omega3.
Tali alimenti, menzionati, rappresentano solo una piccola parte di cibi considerati superfood, in continua ascesa.
Molti alimenti esotici hanno trovato condizioni ambientali ideali per la loro coltivazione anche in Italia, tra questi vi è l’avocado, la cui produzione è sempre più fiorente in Sicilia.
SUPERFOOD: PROPRIETA’
Ai superfood vengono attribuite molte proprietà, presenti anche in molti alimenti di uso comune. Il vero problema risiede nella scarsità di accreditate prove scientifiche. Seppur ricchi di antiossidanti, vitamine, sali minerali e sostanze antitumorali, non esiste prova attestata che l’assunzione di questi alimenti prevenga l’invecchiamento e la comparsa di neoplasie.
Nella maggior parte degli studi, condotti in laboratorio, vengono utilizzati gli attivi ad elevata concentrazione degli alimenti considerati. Tali quantità, nettamente superiori, non sono compatibili con quelle assunte con una normale e variegata dieta, determinando un esito strettamente relativo agli studi effettuati.
I supercibi sono stati oggetto di numerosi dibattiti da parte di vari organi di controllo, tra questi l’EFSA (l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) che non ha mai stabilito una definizione ufficiale per i superfood.
Il Cancer Research UK ha avvalorato il concetto fuorviante di superfood definendolo “uno strumento di marketing, con poche basi scientifiche” ammonendo che “non possono sostituire una dieta sana ed equilibrata”.
Infatti il consumo esclusivo di questi cibi è responsabile di una dieta alterata ed unilaterale.
Anche la dottoressa Catherine Collins, capo dietista al St. George’s Hospital di Londra, afferma: “Ci sono così tante idee sbagliate sui supercibi che non so quale sia il modo migliore per iniziare a smantellare l’intero concetto”. A dimostrazione di come la pubblicità influenzi sempre più le scelte del consumatore.
Spesso per supplire ad abitudini non corrette, si ricorre a compresse ed estratti dalle esaltate virtù, per sopperire ad un non corretto stile di vita.
Senza alcun dubbio alcuni cibi sono più salutari di altri. La vera capacità consiste nell’introdurre i supercibi in una dieta equilibrata e varia, evitando, quindi, diete monotematiche basate su un ristretto numero di cibi, a favore di un corretto stile di vita. Ricordando, quindi, al lettore e al consumatore che “la verità sta nel mezzo”.
——-
© Produzione riservata
Dr.ssa Francesca Bucolo
Biologa – Esperta in Igiene e Sicurezza degli Alimenti – Consulente igienico-sanitario – Divulgatore scientifico