In web si vende di tutto e i consumatori abbondano. Tranne che nel settore alimentare. Ecco come aggirare la diffidenza. Con un occhio al portafoglio. E soprattutto alla salute.
Navigare in internet per comprare una borsa, un gadget elettronico, un libro: il 64 per cento degli italiani fa acquisti sul web, molti perfino con regolarità, ma solo l’11 per cento compra on line alimenti e bevande.
Lo rivelano le stime dell’Ordine Nazionale dei Biologi , secondo cui l’e-commerce dei cibi stenta a decollare, con alcune eccezioni, come spiega Luciano Atzori, coordinatore della commissione di studio su igiene, sicurezza e qualità degli alimenti dell’Ordine: «I cibi a chilometro zero e i prodotti biologici stanno riscuotendo sempre più successo e registrano vendite on line in crescita, così come i prodotti enologici, i superalcolici e gli integratori alimentari. La diffidenza degli italiani nei confronti degli alimenti comprati sul web nasce soprattutto dalla paura di incappare in frodi e contraffazioni: la cronaca non di rado ha riferito casi di adulterazioni e sofisticazioni, come le aggiunte di sostanze non consentite per migliorare odore, colore, sapore o consistenza dei prodotti. Inoltre, molti temono che i cibi acquistati in rete possano essere di scarsa qualità e contaminati da sostanze chimiche o germi».
Risultato: ancora pochi fanno la spesa on line, anche se basterebbe solo qualche piccola attenzione supplementare per riempire il carrello senza correre rischi.
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